Ciao !

Questo sito vuole essere uno “scrigno di memorie” per una piccola, ma fantastica, storia di teatro della quale sono stato uno dei protagonisti.

Mi chiamo Giuseppe Colombetti, per tutti, Giusba, in arte Caino.

Di origini Offanenghesi, sono nato a Milano nel 1966 e tornato nel cremasco, dopo il liceo.

Nel 1985 scopro la passione per il palco e, con altri giovincelli, partiamo con questa avventura.

Nel sito troverai i video degli spettacoli, le foto, i copioni, i progetti e tanto altro ancora.
Otre ad un piccolo “libro” dove ripercorro, nelle vesti di Caino, tutta la storia del gruppo teatrale “Caino & Abele” dell’oratorio S.G. Bosco di Offanengo, fino al 2014.

Il gruppo ha poi proseguito il suo cammino con altri volenterosi interpreti più giovani.

Di seguito un piccolo stralcio del prologo e del finale di “Aladin, il Musical” che ben riassume cosa è per me il teatro.

 
PROLOGO

(tratto da Aladin, il Musical )

(Eugenio, il Genio, vestito in frac nero attraversa la sala fino ad arrivare al palcoscenico, salutando il pubblico …)

 

 

Genio: Buonasera! Buonasera! Buonasera! (più e più volte) 

Accidenti sono arrivato tardissimo! 

Buonasera! Buonasera! Buonasera!

(arriva sugli scalini del palco, si guarda intorno …)

 

Genio:  Bello! (riferendosi al teatro ) Nuovo ?  Oooh …

(sale i gradini, guarda il pubblico, si toglie il cappello e fa un inchino …)

 

Genio: Buonasera! … Scusate se mi presento da solo.. io sono il prologo! (ricerca applausi)

Si insomma, sono ciò che volete voi. 

Ecco !  Io sono quello che richiede la storia. 

Io posso fare tutto all’occorrenza.

Qui è teatro! 

Mi spiego meglio … (Apre la valigia)

Ecco, ecco, vedete, vedete, il teatro, si, (estrae dalla valigia una parrucca) il teatro per noi, quello che intendiamo noi … (si mette in posa con la parrucca in testa)

No, questo non serve … (Ripone la parrucca e prende una maschera bianca)

Ecco si, il teatro … è … (si mette la maschera, tossisce e poi la rimette via) questo si ma è polveroso! 

(Si mette a cercare nella valigia e trova un teschio)

Oooh !  Ecco … il teatro!

 

(Silenzio)

 

Genio: Essere o non essere: questo è il problema. 

Morire, dormire, sognare, forse …

(Guarda negli occhi il teschio)  

Ma quale “forse”? sognare! Questo è il punto! 

(Gira il teschio verso il pubblico poi lo getta nella valigia e si mette il naso rosso da clown) 

Signori,  su … siamo seri! 

E qui non sogna più nessuno! 

Vi prego, non considerate come siamo vestiti, i nostri poveri costumi d’attori, ma le nostre anime … 

(si toglie il naso rosso, lo getta e si gira su se stesso) 

 

(parte la musica …)

 

Noi qui, da qui, vi apriamo il nostro cuore per farci seguire dal vostro.

Lasciate che il sogno che vi mostriamo sia il vostro desiderio, i vostri desideri. 

 

(Estrae dalla valigia la lampada di Aladino e la mostra al pubblico)

 

Ce l’ho, Eccola!

Il Luna Park dell’anima. 

Qui la fantasia fa festa! 

E Il luogo dove avviene la magia, è qui! 

No, non qui (indicando la lampada) … 

… ma qui! (gira le spalle al pubblico e con la braccia aperte, mostra il palcoscenico).

 

EPILOGO

(tratto da Aladin, il Musical)

(Nella confusione il Genio, con la sua valigia, torna ad essere Eugenio, l’attore del prologo.

Cala il silenzio, si rabbuia il palco e si ricrea la scena iniziale)

 

Genio: Che sogno! Che sogno! O era tutto vero? 

Beh Non importa perché i sogni sono vita,  la vita è teatro ed io non potevo certo restare chiuso dentro quella lampada dai falsi desideri, no, una gabbia dorata di una vita perfetta, no, io volevo essere libero! libero! libero! libero! libero! libero! 

Libero,  come Eugenio, Giovanni, Maria … libero come tutti voi! 

Libero di sognare come avete fatto voi stasera.

Perché come voi io so ridere della vita e per questo io sono l’incanto, il sogno, la fantasia!

E la fantasia non può morire … MAI!

Il genio dà le spalle al pubblico e fa finta di essere un direttore d’orchestra.

 

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